Le radici del coaching sono molto antiche. Socrate invitava a “Conoscere se stessi”; Pindaro salutava i suoi discepoli dicendo “Diventa ciò che sei”. Il sostantivo “coach” si rifà ad un paese ungaro, chiamato Kocs, dove si producevano appunto le Kocsi grandi vetture coperte. Da qui l’uso del termine viene portato in Inghilterra: coach come carrozza dei treni, vettura. Negli anni 80 ritroviamo poi il coach negli ambiti sportivi e diventa sinonimo di persona che affianca lo sportivo nell’allenamento, aumentandone la motivazione con effetto sulla performance. Nasce dunque il termine coaching nel significato attuale che definisce un approccio alle cose e alle situazioni fatto di tecniche e strumenti tesi a gestire ogni situazione con la massima efficacia.
Il coach dunque come mezzo, come strumento per accompagnare l’individuo o un gruppo di persone dallo “stato” attuale ad uno “stato” desiderato.
Il coaching moderno nasce negli Stati Uniti negli anni ’80. E’ un servizio professionale qualificato ( l’ICF International è la più grande organizzazione di coach professionisti al mondo) che permette a chi ne usufruisce di diventare più consapevoli delle proprie potenzialità e di raggiungere obiettivi personali e professionali con un efficace orientamento all’impegno, ai risultati e alle soluzioni.
Il coaching si basa su una conversazione strutturata (definita sessione di coaching) finalizzata a stimolare nel cliente autoconsapevolezza di sé e delle proprie risorse. Dalla dichiarazione di un obiettivo (se già consapevole)